20 May SUZHOU, LA VENEZIA CINESE

Marco Polo descrive Suzhou come “città della seta, di commercianti e dei 6000 ponti”. E non è un caso che già allora la sua fama legata alla produzione della seta, ai numerosi giardini dalle mille bellezze e ai suoi giochi di canali e ponti di pietra abbia fatto coniare una celebre frase, che recita “In cielo c’è il paradiso, sulla terra vi sono Suzhou e Hangzhou”, quest’ultima altra celebre cittadina rigogliosa a quei tempi. Situata lungo la riva del Fiume Azzurro, Suzhou si trova nella provincia del Jangsu, ad una ventina di chilometri dal lago Taihu, dal quale la separano alcune colline. Tra queste la più nota è la Collina della Tigre, il cui nome particolare sembra derivare dalla presenza di una tigre che appariva per custodire la tomba del re He Lu, della dinastia Wu: sulla cima vi è una pagoda a 7 piani, alta 47 metri, dove sono state scoperte diverse testimonianze antiche come monete, testi buddisti e statuette di Buddha. Da sempre conosciuta per le sue ville-giardino, creazioni artistiche in luoghi isolati un tempo residenza di funzionari locali, Suzhou è caratterizzata da una struttura cittadina in cui gli edifici e appunto le colline, tutte artificiali, sono circondati da elementi decorativi come rocce, acqua, ponti, alberi, e da una vasta rete di canali che la attraversano, tanto da farla definire la Venezia dell’Oriente.
Anche qui passa il Gran Canale Imperiale, lungo quasi duemila chilometri e che, assieme alla Grande Muraglia, è il simbolo della civiltà cinese: venne costruito durante la dinastia Sui, tra il 581 e il 618 d.C. per il trasporto commerciale ed univa Pechino a Hangzhou. Tra i diversi templi e musei, interessanti sono il Tempio della Riconoscenza, una monumentale pagoda di nove piani, accanto a cui sorge il Museo di Storia, che raccoglie documenti e cimeli dall’epoca neolitica fino ai nostri giorni. Alla periferia sud-est si erge il Ponte dalla Cintura preziosa, così chiamato perché il governatore della città donò la propria cintura da cerimonia per contribuire alle spese di costruzione. Ma c’è anche la produzione e la lavorazione della seta a rendere la Venezia d’Oriente meta città di prima grandezza.
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