Al Festival dell’Oriente la grande varietà di attività, dimostrazioni, cerimonie, mostre e spettacoli si svolge all’interno delle aree culturali dei vari paesi.
Le aree sono piccoli mondi all’interno di un grande contenitore che racchiudono ricostruzioni degli oltre 15 paesi orientali presenti al festival: scorci di vegetazione, monumenti, simboli, personaggi, venditori, cibo e molto altro. Potrai camminare tra uno stelo di tappeti marocchini, mentre i tuoi vicini assaporano dolci aromi da un narghilè, attraversare l’esercito di terracotta, camminare di fianco ad un dragone cinese e mangiare un gyoza sotto petali bianchi e rosa di ciliegi giapponesi.
Ma non finisce qui! Il Festival è una macchina in continuo movimento nuove aree vengono aggiunte da noi per creare nuovi territori da esplorare per voi: nuovi orizzonti, ricostruzioni e paesi mostrati e rivelati sotto diverse luci, cultura, spettacoli e tradizioni.
Tra le tantissime nuove attrazioni e attività che vi aspettano all’edizione del Festival dell’Oriente di Milano, due nuove aree culturali che rappresentano le Filippine e l’Indonesia…
Venite a scoprirle.
Un originale mondo a parte, affascinante ed enigmatico ad un tempo, è racchiuso nell’area culturale della Corea del Sud, terra che riesce a conciliare perfettamente le antiche tradizioni con l’incedere progressivo di una tecnologia crescente ed una magmatica modernità in costante evoluzione, quasi divorante! Vi meraviglieranno i contrasti tra l’ostentazione di una attualità quasi sfacciata, che prende corpo nell’irriverente danza del K-Pop, osannata dai teenager ed il rigore quasi geometrico, invece, delle danze tradizionali coreane, dove ampi abiti dai colori sgargianti si aprono come corolle floreali meravigliose, seguendo le movenze sincroniche e quasi geometriche di danzatrici soavi dalla pelle eburnea!
Allo stesso modo, la geografia di tale paese, definito “il paese del dolce risveglio”, racchiude in sé metropoli frenetiche ma anche affascinanti paesaggi, con morbide digressioni collinari, boschi soavi, antiche dimore e castelli poderosi: insomma, se non ci si ferma alla prima impressione, la Corea del Sud assurge a dimora dell’arricchimento spirituale, della vivacità e degli accesi contrasti.
Variegate sono anche le attività corsistiche ed esperienziali fruibili in quest’area:
Avrete la possibilità di ammirare la coloratissima e suggestiva danza tradizionale Coreana.
Proposta da un gruppo di talentuose danzatrici Coreane ed articolata in varie coreografie, che contribuiranno a rappresentare l’eleganza e la solennità tipica di questi balli. Danze che simboleggiano i fiori, la femminilità, la bellezza, eseguite con i meravigliosi abiti tradizionali e con il supporto di elementi coreografici quali i ventagli o il tamburello Sogo.
La calligrafia coreana, come molte calligrafie dei paesi dell’estremo Oriente, costituisce una sostanziale creazione artistica, di tradizione secolare, pervenuta ai nostri giorni, ammantata da un alone di passato antico e fascino unici. Qualora tu voglia farti sedurre dall’attrattiva di questi originali caratteri, potrai iscriverti al corso di calligrafia coreana, dove verrai seguito step by step nell’apprendimento di quest’autentica arte, imparando a tracciare le lettere e i caratteri della lingua coreana.
Nel 1443 il re Sejong inventò una nuova scrittura, di talché il popolo, affetto da elevati tassi di analfabetismo, potesse apprenderla con facilità: tale scrittura si chiamava hunminjeongeum (in caratteri coreani: 훈민정음).
Decorsi oltre 580 anni, le lettere che compongono l’hunminjeongeum sono ad oggi apprezzate per la loro struttura e modalità di creazione: ciascuna lettera rappresenta, infatti, la forma della lingua o della bocca nel momento in cui avviene la pronuncia. Il sovrano illuminato divulgò presso il suo popolo il nuovo alfabeto nel 1446 mediante un manuale illustrato particolarissimo di impressionante valenza filologica, culturale e sociale. L’hunminjeongeum è stato selezionato quale patrimonio dell’UNESCO nel programma “Memorie del mondo” nel 1997 ed ai giorni nostri viene chiamato Hangeul 한글, cioè “scrittura coreana” ed in Corea il 9 Ottobre è indetta la festa nazionale dell’ Hangeul.
In Corea la diffusione della bevanda del Tè risale al 700 d.C. e fu introdotta da monaci buddisti tornati dalla Cina. Il tè veniva sorseggiato da persone di nobile lignaggio e religiosi che lo impiegavano nel corso delle offerte cerimoniali. I sovrani stessi caldeggiavano l’utilizzo del tè per purificare la mente, e dal 1100 al 1400 d.C. il tè fu persino decantato in testi poetici. La Corea è tradizionalmente meno nota rispetto, ad esempio, al Giappone per la sua cultura del tè, strettamente coesa al pensiero buddista, tanto che, quando la dinastia Yi decise di sostituire il buddismo con il confucianesimo nel 1500, non solo vennero distrutti la maggior parte dei templi buddisti, ma fu persino proibito bere il tè! Da quel momento, nei secoli, pochi segni attestarono in Corea, la persistenza del tè e dobbiamo attendere oltre 250 anni perché il tè prenda nuovamente piede con un rito di simbolica profonda valenza.
Come viene preparato un autentico, profumato e prelibato coreano?
Esistono tre famose varietà di tè coltivate in Corea: oolong, tè nero e tè verde. Quest’ultimo, la cui principale caratteristica è costituita dal fatto che le foglie non sono ossidate, ma conservano il verde della clorofilla e chiamato “nok-cha” in coreano, è il tè in foglie più comune e può essere classificato in diversamente in base a svariati fattori, quali la stagione in cui le foglie vengono colte, la loro dimensione, l’intensità della grazdazione cromatica e la caratteristica fogliare. Durante la mescita del tè, una persona sovrintende la cerimonia, predisponendo tutto l’occorrente per servirlo. Un primo quantitativo di acqua bollente viene impiegata per scaldare sia la teiera vuota che le tazze. Un secondo quantitativo d’acqua viene lasciato leggermente raffreddare mentre un quantitativo variabile di tè viene immesso nella teiera. Tra i tè tradizionali coreani si distinguono:
l’Omija-cha, infuso fatto con i frutti essiccati di schizandra (bacche rosse con spiccate proprietà antiossidanti) che, se bevuto, restituisce al palato le cinque sfumature di gusto: dolce, salato, aspro, amaro e piccante;
l’Insam-cha, una tonica tisana a base di ginseng;
l’Oksusu-cha, un tè di a base di granturco tostato;
l’Hyeonmi-cha, un tè a base di riso tostato;
lo Yuja-cha, il tè allo yuja, agrume simile al cedro, perfetto per le fredde giornate invernali e dal polposo aspetto di una marmellata. Il tè viene lasciat in infusione non oltre i tre minuti e l’acqua viene progressivamente aggiunta man mano che il tè viene bevuto e progressivamente immesso in tazza, secondo progressioni di bevute che consentono sa di degustare il tè leggiero dei primi “giri”, che il tè più corposo frutto della sedimentazione più prolungata nel fondo della teiera. Nella teiera non deve essere lasciato alcun residuo di acqua poiché l’eccessiva macerazione conferirebbe un gusto amaro alle successive bevute. Il tè coreano viene di solito bevuto tenendo la coppa con le due mani. La degustazione del tè è un processo multisensoriale che coinvolge la vista, l’odorato, il gusto. Per prima cosa si contempla il colore del tè, poi se ne respira il peculiare aroma, poi delicatamente lo si assaggia con la lingua avendo cura di guidare l’iter gustativo deglutendolo delicatamente per apprezzarne il retrogusto in tutto il cavo orale. Alcuni maestri del tè coreano ritengono che il miglior tè verde si degusti alla terza mescita ma la qualità di questo tè ne consente tranquillamente anche 4 o 5. Di volta in volta sarà possibile, in occasione della presenza di maestri o maestre del tè coreani, prendere parte a questa particolare cerimonia del tè.
Dalle 14:00 e alle 18:00, in area Corea, è possibile prenotarsi per una degustazione dello Yuja-cha o yuja (유자), un tè tradizionale coreano preparato mescolando acqua calda con lo yuja-cheong (유자청), dalla consistenza della marmellata, dolce, denso e polposo. Il tè Yuja è popolare in tutta la Corea, soprattutto in inverno in quanto ricco di vitamina C (ben tre volte più dei nostri limoni).
L’hanbok è il costume tradizionale coreano, per molti versi assimilabile al kimono, abito tradizionale giapponese (per esempio nel tessuto -la seta- e nell’utilizzo in cerimonie formali), ma molte sono le differenze, soprattutto nelle forme. Indossato nelle cerimonie formali e per eventi importanti e costituisce un autentico simbolo della cultura coreana, che avrai l’opportunità di provare con la possibilità di effettuare foto ricordo interagendo col personale coreano e con gli appassionati di questa particolare cultura. Colpiscono i colori decisi e le sete che principalmente vengono impiegate per confezionarli guarnite con fili d’oro, ricami, motivi e fantasie floreali suggestive o variopinte farfalle.
I pigmenti utilizzati per i tessuti dell’ hanbok sono prevalentemente di origine naturale e sono svariate le occasioni in cui i coreani sfoggiano questo abito tradizionale: in occasione del Seollal (설날, il Capodanno lunare), nel corso di cerimonie ufficiali come matrimoni e funerali o visite di stato. In alcune scuole coreane tradizionali gli studenti indossano gli hanbok per la cerimonia di diploma. L’abito tradizionale coreano è diviso in due parti: una giacca corta superiore (저고리 – jeogori) con maniche lunghe e ampie abbinata a larghi pantaloni (바지 – baji) per gli uomini e ad una gonna a terra per le donne (치마 – chima) con una larga fascia assicurata sotto il seno per le donne, che conferisce un aspetto fluttuante con ampia libertà di movimento.
In passato venivano indossati differenti strati di intimo costituiti da particolari sottogonne e pantaloni che conferivano ulteriore sostegno alla gonna, incrementando compostezza ed eleganza di questo tipico outfit. Attualmente si tende ad indossare un solo substrato di intimo mentre i nastri della giacca superiore sono allacciati con un fiocco sul petto. A complemento di questa tradizionale parure possono essere presenti gilet, giacche o cappotti oltre a berretti per i maschi, invece per le donne fasce, spille per capelli, pendenti vari, tiare. Se volete dei selfies particolari, scattati mentre state indossando lo hanbok, non dovete far altro che recarvi in area Corea, ove sono disponibili svariati hanbok. Ma anche se non volete cimentarvi nella prova di questo costume, anche solo passeggiare fra gli stand dell’area Corea ed osservare gli hanbok costituisce una curiosità davvero unica!
È un vero e proprio paradiso, un’oasi di tranquillità e bellezza. Dalle coste oceaniche dive rilassarsi fino ad inoltrarsi nell’entroterra, tra i campi di riso, facendosi guidare dai molteplici richiami delle cerimonie nei templi.
Una cultura antichissima e variopinta, ricca di usi e costumi differenti tra loro.
Un famoso ed importante monumento buddhista Mahāyāna, risalente circa all’800 d.C. situato in Indonesia, nella parte centrale dell’insola di Giava, e patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Un edificio grande ed imponente come una montagna e pilastro della cultura indonesiana.
Al festival dell’oriente troverete una fedele riproduzione, costruita minuziosamente in ogni dettaglio, per farvi assistere ad una delle attrazioni più belle e visitate di tutta l’Indonesia.
Una mostra fotografica che racconta l”Indonesia in tutte le sue molteplici sfaccettature, cogliendo i caratteri più tradizionali del paese.
I molteplici usi e i costumi, l’antica cultura e i luoghi da sogno vissutti attraverso l’occhio del fotografo che vi faranno immergere all’interno di questa magica nazione.
Molti rituali della vita balinese ruotano intorno al riso: dalle offerte quotidiane agli dei per invocare fertilità, al riso posto sulla fronte come protezione per la giornata.
Dall’immagine dei contadini curvi che si apprestano a raccoglierlo, a quello utilizzato in cucina.
Se pensi all’Indonesia non puoi immaginarti questo paese senza immaginarti le sue spettacolari e suggestive risaie a terrazza.
L’Indonesia non ha solo una cultura antichissima e variopinta ed una ricca tradizione di usi e costumi differenti tra loro, ma vanta anche infiniti paesaggi che conquisteranno i vostri sensi e la vostra immaginazione. Inebrianti profumi, vividi colori e vedute mozzafiato.